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PASSAGGI DI LIVELLO PER ESPERTI E CONSIGLIERI: COME SONO ANDATI E QUALI CRITICITA’ SONO EMERSE

Con l'attribuzione, la scorsa settimana, dei passaggi di livello economico per Esperti e Consiglieri si è conclusa la sessione di avanzamenti 2018, con 4 mesi di ritardo (già di per sé indice di non indifferenti problemi organizzativi) e un grado di trasparenza ancora insoddisfacente nonostante alcuni passi in avanti rispetto allo scorso anno. Si tratta di uno stato di cose inaccettabile a oltre due anni dall’entrata in vigore della riforma.

 

C’è molto da migliorare anche dal punto di vista della comunicazione: spesso le motivazioni delle scelte fatte – in positivo o in negativo – che sono state fornite ai colleghi non risultano comprensibili, conferendo così a tutto il procedimento un alone di arbitrarietà che appanna il merito e non consente di far valere le ragioni dei singoli.

 

Questi aspetti – richiamati dal Sindirettivo-CIDA e dalla DASBI-Sinfub fin dalla prima applicazione del nuovo sistema delle carriere – dovranno ora essere affrontati nella “congiunta verifica” prevista dagli accordi fra l'Amministrazione e i sindacati firmatari. Verifica che abbiamo chiesto e ottenuto di anticipare al 2018 ma che l’Amministrazione ha finora eluso.

 

L’attenzione che nella verifica andrà posta sugli aspetti generali di funzionamento dei vari istituti regolamentari non esclude, ovviamente, che singole situazioni debbano essere oggetto di specifico intervento fin da subito, in ambito tecnico o in altra sede.

 

Fra di esse ci sono senz’altro le criticità specificatamente evidenziate dalla nostra analisi dei passaggi di livello per Esperti e Consiglieri, che interessano moltissimi colleghi. Le illustriamo di seguito, mentre riportiamo in un’apposita appendice le cifre che consentono di capire – in generale – come sono andati questi passaggi, che rappresentano una fase particolarmente importante della sessione di avanzamenti.

 

 
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Gli avanzamenti dell’Area manageriale richiedono procedimenti che coinvolgono, in via decentrata, tutte le Strutture della Banca e un grandissimo numero di colleghi: non sorprende quindi che possano emergere dei problemi. Tuttavia, l'esperienza degli avanzamenti del 2017 e i lunghissimi tempi che anche quest’anno l'Amministrazione si è presa - prima per affinare i meccanismi dell’esercizio da compiere e poi per concluderlo - avrebbero dovuto consentire di risolvere questi problemi. Purtroppo così non è stato.

 

Senza entrare in questa sede nel merito dei casi particolari, elenchiamo di seguito quelle ci appaiono le maggiori criticità emerse dai passaggi di livello per Esperti e Consiglieri.

 

1
In diverse Strutture il budget dei livelli al primo anno è stato utilizzato in misura minore del previsto

 

Il Regolamento consente di riversare nel budget dei livelli da attribuire al secondo anno quelli non attribuiti al primo. In questo modo si riduce il numero di colleghi che per il passaggio di livello dovranno aspettare il terzo anno (il che è percepito come particolarmente penalizzante per gli interessati e può rappresentare un problema gestionale).

 

Nella sessione che si è appena conclusa il budget di livelli al primo anno è stato ridotto dell’8% per i Consiglieri e del 9,5% per gli Esperti. Di questa possibilità si è avvalso un numero di Strutture maggiore che nel 2017, ma con significative differenze. In particolare, il budget dei Consiglieri è stato ridotto del 18% presso la UIF, di circa il 14% presso il Dipartimento Risorse umane e Organizzazione e presso il Dipartimento Economia e Statistica, del 9% in Vigilanza. Queste Strutture hanno poi adottato il medesimo approccio, con riduzioni ancora maggiori, con riferimento al budget degli Esperti.

 

Ci sono ovviamente ragioni - anche comprensibili - per cui in alcuni comparti della Banca è stato adottato questo approccio: ove però dovesse proseguire in modo sistematico esso non può non destare preoccupazione. L’attribuzione dei livelli al primo anno è infatti lo strumento che consente di riconoscere in misura più tangibile il merito dei colleghi: il suo depotenziamento può essere interpretato – quantomeno presso alcune Strutture – come il sintomo di una non piena adesione da parte dei gestori ai principi di meritocrazia alla base della riforma. Va inoltre considerato che la ripetuta riduzione del budget del primo anno altera comunque il meccanismo di attribuzione dei livelli e potrebbe avere ripercussioni sulle successive sessioni di avanzamenti.

 

2
In un caso non è stato utilizzato a pieno neppure il budget del secondo anno

 

Ne hanno fatto le spese i Consiglieri della rete territoriale, dove già nonostante la più ampia compressione del budget del primo anno (in valore assoluto) si registra il numero maggiore di colleghi che andranno al terzo. Non sono state fornite spiegazioni a tal proposito da parte dell’Amministrazione.

 

3
La garanzia per i colleghi in graduatoria per Funzionario di 1^ sembrerebbe essere stata applicata senza tenere conto degli incrementi retributivi intervenuti dopo la riforma

 

Ben prima della conclusione della procedura per l’assegnazione dei livelli, avevamo scritto all’Amministrazione per chiedere chiarimenti circa le modalità di calcolo della clausola di salvaguardia per i colleghi inseriti nell’ultima graduatoria per la promozione a Funzionario di 1^, quella del 2016 (LEGGI QUI). Il nostro timore era che nel determinare l’eventuale integrazione da riconoscere ai colleghi non si tenesse conto dell’effetto degli adeguamenti tabellari registrati a titolo di inflazione o produttività sullo stipendio che si sarebbe ottenuto in caso di promozione a Funzionario di 1^. Ciò determinerebbe un’indebita erosione della portata della garanzia prevista dal Regolamento del Personale, oltre che un trattamento difforme da un anno all’altro per colleghi nella stessa situazione.

 

Nonostante i nostri solleciti (LEGGI QUI) l’Amministrazione non ha fornito per tempo i chiarimenti richiesti. Sindirettivo-CIDA e DASBI-Sinfub offrono quindi il proprio supporto a tutti i colleghi che vogliano verificare la correttezza dell’applicazione della garanzia loro spettante.

 

4
L’aspettativa “non tutelata” di chi stava per entrare in graduatoria per Funzionario di 1^…. non sembra essere stata proprio tutelata!

 

Una norma transitoria del nuovo Regolamento del Personale (nota all’art. 146) prevede che nei primi quattro anni di applicazione della riforma sarebbe stato previsto un maggior numero di passaggi di livello al primo anno “da destinare, in via prioritaria, ai dipendenti che nel previgente sistema sarebbero diventati scrutinabili per l’avanzamento di grado [di Funzionario di 1^] nel quadriennio 2017-2020”. Si tratta della c.d. “aspettativa non tutelata”, per distinguerla da quella di chi era già in graduatoria (cfr. sopra).

 

In effetti nel 2017 ai colleghi con aspettativa non tutelata era stato attribuito il passaggio di livello al primo anno in misura maggiore (nel 51,9% dei casi, contro il 34,5% dei Consiglieri nel loro complesso). Quest’anno invece in misura - sia pur leggermente - inferiore (32,2% contro 36,2%): il “maggior numero di passaggi” si è verificato… al secondo anno!


5
Sono state contraddette le rassicurazioni dello stesso Servizio RIU sul dual ladder, penalizzando i professional rispetto a chi ricopre posizioni funzionali

 

Nel rispondere alle domande dei colleghi prima dell’avvio della sessione di avanzamenti il Servizio RIU aveva chiarito che “la copertura di una posizione funzionale non costituisce un elemento di favore nell’attribuzione dei livelli economici. Il sistema è stato progettato per consentire percorsi di crescita, secondo un modello di dual ladder, sia ai dipendenti che ricoprono posizioni funzionali sia a quelli che svolgono ruoli da professional. In entrambi i casi ciò che fa premio è l’incremento di qualificazione professionale dimostrato con la propria performance complessiva. Esiste un altro istituto, la maggiorazione dell’indennità di funzione, che serve specificamente a remunerare la copertura di una posizione funzionale.”

 

Perfetto…. peccato che nella realtà i professional siano penalizzati. Anche quest’anno, infatti, la quota di passaggi di livello loro attribuita è risultata notevolmente inferiore a quella di chi ricopre posizioni funzionali. Per i Consiglieri i semplici “addetti” a una Struttura si sono visti attribuire il passaggio di livello al primo anno solo nel 30,9% dei casi, a fronte del 54,3% dei Sostituti di Divisione e del 57,1% dei Capi Divisione.

 

Su questo aspetto l’Amministrazione deve intervenire urgentemente, per applicare i principi pattuiti e che essa stessa proclama. Per riconoscere il maggiore impegno richiesto a titolari e sostituti di posizioni di rilievo organizzativo non c’è bisogno di penalizzare tutti gli altri: come ricorda lo stesso Servizio RIU sono stati infatti previsti strumenti ad hoc come la maggiorazione dell’indennità di funzione. Da tempo Sindirettivo-CIDA e DASBI-Sinfub hanno sostenuto che la misura della maggiorazione è assolutamente insufficiente e va quanto prima adeguata.

 

6
Continua a essere sottovalutato l’aspetto della comunicazione delle scelte compiute

 

Anche in occasione di una fase così importante come l’attribuzione dei passaggi di livello a Esperti e Consiglieri si resta stupiti da come continui a essere sottovalutato l’aspetto della comunicazione delle scelte compiute e delle ragioni che ne sono alla base. A fronte delle indicazioni solo di massima fornite dal Servizio RIU, le prassi seguite presso le varie Strutture sono risultate alquanto eterogenee: a quanto ci è stato riferito - ad esempio - alcuni gestori hanno ritenuto di convocare per un colloquio i colleghi a cui hanno attribuito i livelli, altri quelli a cui non li hanno attribuiti. Non è chiaro in che modo – in procedimenti che si svolgono in modo decentrato – venga assicurata un’adeguata comunicazione (su questo aspetto finora non si è ritenuto necessario neppure fornire dati, come ad esempio quello sul numero dei colloqui effettuati o delle comunicazioni scritte inviate).

 

Non sembra essere stata ancora colta la valenza comunicativa che l’attribuzione del passaggio di livello può avere nell’orientare il comportamento dei singoli rispetto agli obiettivi della Banca. La comunicazione delle scelte compiute dovrebbe essere una fase su cui investire per la crescita professionale degli addetti a una Struttura, non un mero adempimento “postumo” da sbrigare nel poco tempo che si ha a disposizione fra un impegno e l’altro. Un adempimento che – peraltro – finisce per svolgersi nel mese di novembre, in prossimità cioè della fine dell’anno a cui farà riferimento la successiva sessione di avanzamenti: in che misura può orientare il comportamento?

  

Roma, 6 novembre 2018

IL COMITATO DI PRESIDENZA

  IL CONSIGLIO DIRETTIVO

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